Cookie Consent by Free Privacy Policy website L'industria e la Cascata delle Marmore | 165m Servizi Turistici

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L'industria
  • 29/06/2020
  • Redazione
  • Storia e ambiente
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L'industria

Nel corso dei secoli, le popolazioni della zona hanno sempre cercato di trarre vantaggio sia dall'abbondanza di acqua disponibile, sia dal particolare contesto geomorfologico dell'area. Fino alla seconda metà del XIX secolo, le acque del Nera e del Velino furono utilizzate per l'irrigazione, attraverso opere di canalizzazione, e per azionare le ruote idrauliche di mulini e opifici.

Dopo l'Unità d'Italia, nel 1861, Gioacchino Pepoli (commissario generale straordinario per l'Umbria) prefigurava per Terni il ruolo di "città dell'industria, del commercio e del lavoro nella nuova Italia". In quegli anni due progetti per sfruttare le acque del Velino non furono realizzati.
Nel 1869, Pietro Maestri (direttore generale della statistica del Ministero dell'Agricoltura, Industria e Commercio) affermava che le acque del Velino e del Nera sviluppavano un potenziale idraulico pari a 200.000 cavalli-vapore. I tempi erano maturi per l'utilizzo a fini industriali delle acque dei due fiumi, convertendo la grande quantità di energia idraulica in elettrica.

Tra il 1873 e il 1879, progettato dall'ing. Sconocchia, fu costruito il canale Nerino in modo da alimentare la Fabbrica d'Armi costruita a Terni nel 1879. Il canale fornì forza motrice anche ad altre fabbriche come il lanificio Gruber, lo jutificio Centurini, la fonderia e la Società industriale della Valnerina. Per la realizzazione e la gestione del canale fu costituito un consorzio promosso e guidato dal Comune di Terni, comprendente anche gli industriali Cini, Gruber e Cassian Bon. Il canale Nerino, lungo oltre 2 km, aveva una portata media di 27 metri cubi d'acqua al secondo.

L'uso a fini industriali delle acque del Velino si concretizzò nel 1886 quando fu realizzata una derivazione di 5 mc/s dal cavo Curiano, all'altezza delle Marmore. Utilizzando il pozzo di Collestatte come bacino di decantazione, l'acqua, attraverso un percorso di circa 6 km e mezzo, con un dislivello complessivo di oltre 200 metri all'interno di gallerie e condotte forzate, arrivava a valle fornendo la forza motrice necessaria al funzionamento di tutti i macchinari delle Acciaierie di Terni, prime in Italia costruite fra il 1884 e il 1886 dalla Società degli Alti Forni Fonderie ed Acciaierie di Terni (SAFFAT). Fu la prima applicazione su larga scala dell'energia idraulica realizzata in Italia.

Nel 1896 la Società Carburo inaugurò a Collestatte il primo stabilimento italiano per la produzione del carburo di calcio, cui seguì nel 1901 quello di Papigno (alcuni capannoni del quale sono di recente diventati studi cinematografici, utilizzati, tra gli altri, anche da Roberto Benigni per girare gli interni dei film "La vita è bella" e "Pinocchio"). Oltre alla SAFFAT, nel primo Novecento altri stabilimenti acquisirono concessioni per la produzione di energia elettrica. Sorsero in breve tempo diverse centrali idroelettriche (Marmore, Collestatte, Papigno, Cervara, Spoleto, Terni) azionate dalle acque del Velino, causa di molti contenziosi risolti nel 1922 quando divennero tutte di proprietà della SAFFAT che, fusasi con la Società Carburo, diventò la "Terni Società per l'industria e l'elettricità'".

Nel 1924 la stessa società collegò il lago di Piediluco al fiume Velino. Sbarrò inoltre il cavo Curiano con una diga mobile che consentì di utilizzare il lago come bacino di regolazione settimanale per la centrale di Papigno. Già dagli inizi del Novecento, contemporaneamente alla lotta per assicurarsi lo sfruttamento delle acque del sistema Nera-Velino, cominciarono a levarsi voci preoccupate - e a lungo inascoltate - di alcuni intellettuali che sollevarono la questione della "scomparsa" della Cascata delle Marmore.
I timori aumentarono quando nel 1927 la "Società Terni" ottenne dal Comune di Terni la cessione venticinquennale dei diritti per lo sfruttamento delle acque del Velino, avendo così modo di esercitare il monopolio della produzione, gestione e distribuzione dell'energia elettrica derivata dalle acque dell'intero bacino.

Nel 1929 entrò in funzione, realizzata su progetto dell'arch. Bazzani, la centrale di Galleto destinata a diventare nel 1932, coi suoi quattro gruppi idroelettrici da 160.000 KW di potenza complessiva, la più grande unità idroelettrica d'Europa. Per l'approvvigionamento idrico della centrale l'acqua del Velino viene convogliata in due gallerie forzate che, sottopassando la ferrovia Terni-Rieti, giungono in un canale derivatore lungo 1.100 metri e profondo dai 20 ai 26. Da questo canale parte un'ulteriore condotta forzata, del diametro di 7,35 metri e lunga circa 730 metri, che al termine si biforca in due condotte minori munite di due pozzi da cui dipartono i collettori di alimentazione delle grandi turbine.

Tra il 1929 e il 1931 l'azienda costruisce il canale del Medio Nera per portare nel lago di Piediluco le acque del Nera e degli affluenti montani Corno e Vigi, aumentando di conseguenza la capacità produttiva della centrale di Galleto. Nonostante nel 1929 il Ministero dei Lavori Pubblici avesse emanato una disposizione tesa ad aprire il flusso dell'acqua nei giorni festivi per un totale di 486 ore all'anno, dall'entrata in funzione della centrale di Galleto la Cascata delle Marmore rimase chiusa fino al 1954, quando la Provincia di Terni e la Società Terni concordarono un'apertura annuale di 770 ore. Nel frattempo, nel 1945, la Cascata divenne il marchio della Società Terni, realizzato dal pittore ternano Giuseppe Preziosi.

A partire dal 1962 l'Enel acquisì la gestione di tutti gli impianti di produzione elettrica in Italia, continuando ad attuare il precedente accordo riguardo alle aperture della Cascata. Nel 1998, inoltre, l'Enel ha realizzato il primo impianto di illuminazione notturna di un bene naturalistico, composto da 52 centri luminosi con potenza variabile tra i 250 e 2.500 watt, permettendo così di fruire dello spettacolo della Cascata anche di notte.

Attualmente ERG Spa, nuovo gestore della centrale di Galleto, ha sottoscritto  ad aprile 2016 una nuova convenzione con il Comune e la Provincia di Terni per adeguare e rendere sempre più fruibile turisticamente il triplice salto: dal 1 maggio sono oltre 1.200 le ore annuali di apertura della Cascata. 

Negli ultimi anni le acque del tratto del fiume Nera immediatamente a valle della Cascata sono utilizzate anche a scopo ricreativo: vi si praticano, infatti, rafting, kayak, hydrospeed e torrentismo.


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