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Arte e letteratura

Arte e letteratura
  • 11/06/2020
  • Redazione
  • Storia e ambiente
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Arte e letteratura

La prima testimonianza della Cascata delle Marmore nella storia della letteratura risale all'epoca romana: Virgilio, nel VII libro dell'Eneide, fa riferimento a "una valle d'oscure selve e tra le selve un fiume che per gran sassi rumoreggia e cade". Ancora Dante Alighieri nel canto XX del Paradiso scrive " Udir mi parve un mormorar di fiume – che scende chiaro giù di pietra in pietra – mostrando l'uberta del suo cacume".

Ma è solo a partire dagli inizi del 1600 (subito dopo la realizzazione dell'ultimo e definitivo canale clementino) che la Cascata comincia ad acquisire un ruolo di rilevanza nella cultura figurativa e poetica europea, colpendo l'immaginario di poeti, disegnatori e pittori, soprattutto vedutisti. Molti viaggiatori, provenienti da Firenze e diretti a Roma, si spingevano fino alle Marmore: le difficoltà di visita del luogo erano facilmente superabili con l'aiuto di guide che conducevano i viaggiatori a cavallo oltre Villa Graziani, sino al terrazzamento panoramico di monte Pennarossa dal quale si poteva godere di una superba vista della caduta d'acqua.

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Villa Graziani, d'altronde, è sempre stata una sorta di anticamera della Cascata per tutti gli illustri visitatori che vi soggiornarono: la principessa imperiale di Russia, il re di Baviera, Ferdinando II re delle Due Sicilie e tanti pittori tra cui Camille Corot. Il pittore napoletano Salvator Rosa è uno dei primi a testimoniare la propria ammirazione per lo splendido scenario - definito una "cosa da far spiritare ogni incontentabile cervello" - e uno dei primi a gettare le basi di quel canone di "orrida bellezza" esaltato dai poeti romantici.

Ma la Cascata conquistò il suo definitivo ruolo nella cultura figurativa e poetica del Sette-Ottocento grazie alla localizzazione di Terni lungo il percorso del Grand Tour, il viaggio che nobili e intellettuali compivano attraverso l'Europa, partendo da Parigi, attraversando il centro della Francia, quindi la Svizzera e finalmente l'Italia dove completavano la formazione approfondendo gli studi.

Così la Cascata divenne una delle bellezze da vedere obbligatoriamente. Il suo arcobaleno venne collocato come Pompei e il Vesuvio tra le meraviglie italiane, giustificando il gran numero di dipinti e incisioni ad essa dedicati. La consacrazione definitiva nella cultura europea avvenne grazie ai versi di George Byron, che nel IV canto de "Il pellegrinaggio del giovane Aroldo" riprende ed esalta il concetto di "orrida bellezza":

Volgiti ancora e guarda! Ella s'avanza
come un'eternità, per ingoiare
tutto che incontra, di spavento l'occhio
beando, impareggiabil cateratta 
orribilmente bella!

 

Nei libri di viaggio e nelle guide la Cascata viene esaltata per l'impetuosità e la ricchezza delle acque, l'intensità del suo arcobaleno, l'assordante fragore, il paesaggio che la circonda.
Nel Novecento, infine, si tramuterà in simbolo di forza ed energia fino a divenire - nel 1945 - per opera del pittore ternano Giuseppe Preziosi, il marchio della Società Terni, la più grande industria della città (acciaieria) e una delle maggiori imprese italiane.

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