- 27/11/2020
- Redazione
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Paduli
Conoscete la storia affascinante dello scavo archeologico di Paduli?
Situato nell'omonima località, nel Comune di Colli sul Velino (Ri), lo scavo è iniziato nel 2015 e tuttora attivo, condotto dal dott. Carlo Virili, Università di Roma La Sapienza, Dipartimento di Scienze dell'Antichità.
Ciò che è emerso dagli studi è che non è stata la bonifica del romani del III secolo a.C. a liberare per la prima volta la piana reatina dalle acque del Lacus Velinus.
Già un abbassamento del lago c'era stato a causa di un cambiamento climatico iniziato nel 2500 a.C.: in quel momento si abbassò la temperatura e conseguentemente anche l'accumulo di carbonato di calcio (complice della formazione del travertino, ciò che causò appunto quel famoso impedimento per la caduta delle acque nella sottostante valle ternana).
Con minor travertino l'acqua poteva defluire e si abbassò anche il lago, che rimase soltanto in certi punti più profondi.
Accanto a questi fossili idrografici, tra il 1400 e il 1200 a.C. sorse "Paduli", una delle occupazioni territoriali più stabili della zona, di lunghissima durata; Paduli era parte di un ampio sistema di insediamenti che occuparono nell'età del bronzo la Piana di Rieti ed il bacino di Piediluco.
In questo protostorico insediamento perilacustre si viveva a ridosso di un lago che dava vita, nutrimento, che mitigava il clima.
Qui si posero le basi per i commerci (ambra, gli ornamenti realizzati in vetro colorato, l'avorio, sono indicatori di una civiltà evoluta).
Qui si posero le basi anche per la differenziazione delle classi sociali (le famiglie più ricche si facevano fare urne che sembravano case).
Il lago, tuttavia, fu anche la causa della fine di Paduli.
Intorno al 750 a.C., proprio quando nascono le città, pensiamo ad esempio a Roma (753 a.C.), ulteriori cambiamenti climatici fanno si che si verifichi il processo inverso,il travertino si forma di nuovo molto velocemente e il fiume che non trova più vie di uscita torna ad allagare la piana reatina diventando Lacus Velinus.
Paduli viene abbandonata, e muore.
Restano su questa pianura utensili e oggetti che scopriremo secoli più tardi e che non vogliamo dimenticare:
vasellame di tipo domestico e alimentare, strumenti per filatura e tessitura, spade, asce e finiture per cavalli, manufatti di bronzo lavorati, che rendono affascinante la storia di questo luogo tutto da scoprire.
Per scoprirne di più:
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